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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

INDIAN TRAIL 24: Ostracismo.

  INDIAN TRAIL 24: Ostracismo. Giù alla comune ci sarebbe un motocoltivatore con carrello che mi faciliterebbe i trasporti, ma nel frattempo si è creato un ostacolo. Quando ho comunicato la decisione di comperare I Meli sembravano tutti felici e contenti, il vino scorreva a fiumi e Maria e Berto erano ormai stati accettati come parte della famiglia. A me sembrava ovvio che appena perfezionato l'acquisto mi sarei trasferito nella nuova casa. Ma le cose non sono mai così semplici: Anna sembra aver preso il mio trasferimento come un affronto personale, un illecito abbandono del nido di cui lei è la regina. Di conseguenza anche Hector e Furio hanno deciso che vado ostracizzato come transfuga traditore.      La situazione si aggrava quando è evidente che non posso venire tutte le sere a socializzare, bere e chiacchierare e poi all'alba esser pronto a mescolare cemento. Insomma, ho abbandonato la corte e quindi sono indegno di amicizia, per cui non ho il coraggio di chiedere

INDIAN TRAIL 23: Gambe in spalla.

  INDIAN TRAIL 23: Gambe in spalla. Contatto Maria, triestina ed amica dai tempi del liceo che adesso fa la giornalista a Roma e che ricordo come un tempo avesse espresso l'intenzione di creare un allevamento di cani. Breve viaggio a Roma dove insieme a Berto, suo compagno e giornalista anche lui, decidiamo di unirci nell'impresa. Benissimo, e adesso si tratta di decidere quale casa comperare. "Sentite, facciamo così: io giro per qualche giorno nel Senese e in Maremma, vedo cosa offre il destino. Poi vi riferisco e se trovo qualcosa di interessante venite a vederlo: ok? " "Ok." Avendo dei soci mi sembra corretto fare una ricerca sul territorio, anche se ho la sensazione di averla già trovata, la casa. E infatti dopo tre o quattro giorni di esplorazioni insieme a Benedetto sento che in realtà è inutile continuare e che una sorta di elastico tira per riportarmi indietro, verso la casa sulla collina. "Ciao Maria. Penso di averla trovata, la casa. Sta qu

INDIAN TRAIL 22: La casa.

INDIAN TRAIL 22: La casa. C'è una casa sul poggio qui sopra e ci vado ogni tanto con le pecore perchè i praticelli intorno sono un buon pascolo e non è lontana e fra l'altro c'è anche una fonte d'acqua limpida e fresca. Il tetto è in lastre di pietra, sconnesse ma tuttora più o meno al loro posto; non ci sono più gli infissi ed è disabitata da una ventina d'anni, e circondata da rovi e cespugli se ne sta serenamente isolata sulla sua collina. Alcune finestre sono murate perchè un tempo era meno costoso murare che comperare nuovi infissi, e l'ultimo inquilino era un mezzadro per cui il proprietario si guardava bene dallo spendere per il suo benessere. Vista da fuori la casa non è particolarmente bella: si tratta di una costruzione in pietra arenaria dalla struttura abbastanza semplice che si è ingrandita con aggiunte successive via via che la famiglia residente proliferava con matrimoni e nascite. Si possono indovinare le diverse età delle murature seguendo le l

INDIAN TRAIL 21. Bomba in arrivo.

INDIAN TRAIL 21.  Bomba in arrivo. Qualche mese più tardi, avendo stabilito che in effetti la vita campagnola mi si addice ed essendo ormai istruito sulle tecniche di base di coltivazioni ed allevamento e manutenzione di piccoli animali, ecco che mi viene lanciata una bella sfida. I miei genitori vengono ogni tanto a vedere come se la cava il loro figlio giramondo: è divertente anche se un po' imbarazzante assistere alle interazioni fra una elegantemente sportiva signora, mia madre, e la bionda prorompente Anna vestita di sciarpe e gonne gitane, collane e nastri multicolori. La bionda è una donna sveglia e intelligente e mia madre è una donna di mondo cosmopolita e sensibile, perciò le cose filano lisce. Quanto a mio padre, lui ha sempre apprezzato le abilità manuali e l'altrui capacità di organizzarsi un'esistenza accettabile, sia pure con poche risorse. Ha dunque un atteggiamento sinceramente interessato che gli consente di dialogare con i vari membri della comune su arg

INDIAN TRAIL 20: OLIVE 2

 INDIAN TRAIL 20: Olive 2 Lunedì partiamo in nove suddivisi in due macchine. Anna prosegue verso il paese per andare a scuola e otto di noi si presentano al capanno sperduto in mezzo all'oliveto. Formiamo due squadre ciascuna dotata di un grande telo da stendere tutto attorno all'olivo: si tratta di un ampio paracadute di stoffa leggera appesantito con dei sassi perchè non si sollevi col vento. Scale, rastrellini, guanti, cerotti per proteggere le dita. Due si arrampicano e due lavorano da terra. Mario e la moglie Serena sono velocissimi, le olive gli si accumulano a fiotti sul telo fra i piedi mentre chiacchierano e scambiano battute con noialtri che lavoriamo sugli olivi vicini, molto più lenti. Finita una pianta riuniamo le olive sollevando con cautela il telo e le versiamo in un sacco di iuta. Prossimo olivo. Fa un freddo cane, le dita si intirizziscono e le foglie ogni tanto mi schiaffeggiano. Le piante sono grandi e antiche e considerando che siamo in Toscana producono pa

INDIAN TRAIL 19: Olive

INDIAN TRAIL 19:  Olive. Sono convinto che nella vita non ci sia tempo per rammarichi, recriminazioni e rimpianti: tuttavia dopo qualche tempo trascorso nella comune del Borgo un rammarico ce l’ho anch’io. Mi disturba dover constatare che nonostante gli sforzi fatti da parte della mia generazione nel tentativo di creare un'alternativa alla famiglia nucleare quasi tutti gli esperimenti di cui sono a conoscenza o dei quali sono stato testimone si sono disintegrati. Si sono infranti sulle irte scogliere della leadership o si sono arenati sulle spiagge dello   spinoso ed irrisolto labirinto dell’amore libero e spontaneo, della mancanza di disciplina e di molti altri ostacoli fra cui non ultimo quello economico. Mi pare che manchi una teoria esplicita ed accettata che si esprima in un corpo di norme da rispettare e che a sua volta rispetti i valori e i talenti di ciascuno. Immagino che stiamo vivendo un'utopia, una sorta di arcadia destinata a sfumare in assenza di una prospettiva c

INDIAN TRAIL 18: Api

INDIAN TRAIL 18:  Api. Mattina presto, Benedetto indossa un paio di calzoncini corti e null'altro. Io sono bardato da capo a piedi con tuta sovrabbondante ben rincalzata negli stivali di gomma, guanti fino al gomito e cappello con reticella sigillata tutt'attorno. Caldo e sudore, occhiali appannati. Si va a smielare. Il maestro scoperchia la prima di una decina di arnie intorno alle quali c'è già un notevole via vai di api. "Muoviti piano, stai tranquillo, non ti fanno niente. Anche se per caso ti pizzicano passa subito, e poi fa bene all'artrite." Estrae uno dei dieci telaini della parte superiore, brulicante di api, e gli dà uno scossone che le fa cadere quasi tutte perterra, da dove si alzano subito in volo tutto intorno. Benedetto non batte ciglio: a mani nude ne scaccia qualcuna rimasta sul telaino e lo mette in una cassetta. "Bello questo! E' bello pieno, vedi? Prendilo un po' in mano, senti come pesa". E' vero, è molto più pesante

Indian Trail 17: Danni collaterali della rivoluzione.

  INDIAN TRAIL 17: Danni collaterali della rivoluzione. Benedetto ritorna da Firenze e ci consegna dei pacchi di quaderni e rubriche da rilegare. Gilberto è tutto contento: nonostante le difficoltà di movimento è abilissimo nel lavoro di rilegatura che lo fa sentire utile e indaffarato. Ai fornelli c'è Hector, perciò ci saranno di sicuro salsicce e polenta. Una leccornia accompagnata da una crostata di susine appena colte, insomma una vera festa. C'è un'ospite, Teresa, arrivata con Benedetto da Firenze. E' una ragazza molto carina tutta vestita di bianco con bei capelli castani ed occhi dolci. Svariati anelli le adornano le dita e si dà subito da fare per imbandire la tavola per la cena. Furio sembra interessato, le fa un sacco di domande e pian piano scopriamo che conosce Benedetto da qualche anno, cioè da quando lui viveva in una precedente comune detta la Fornace. La Fornace era stata creata da un piccolo gruppo di giovani cattolici dissidenti e molto dedicati

INDIAN TRAIL 16: Bertuccia Berta.

INDIAN TRAIL 16: Bertuccia Berta Di prima mattina e subito dopo la mungitura devo fare il formaggio. Ne facciamo uno al giorno seguendo una procedura antica che richiede una certa precisione e che richiede non poca attenzione, anche perchè oltre a stare attenti alla temperatura, al caglio, all'impasto e a svariati altri dettagli occorre tenere d'occhio Berta, che fa di tutto per ficcare le manine nella ricotta e divorarsela senza vergogna. Berta è un altro degli animali inutili che imperversano e a differenza del pavone è anche poco decorativa. E' una scimmietta alta una cinquantina di centimetri, una bertuccia di ignota provenienza. Si presume che la sua terra d’origine sia da qualche parte in Nord Africa, chissà, Marocco o Tunisia. Non so come sia arrivata ad esser membro della comune, ma certo lei non manifesta alcun entusiasmo all’idea di farne parte. La bertuccia si apposta in una nicchia sopra l’architrave della porta principale: entrando o uscendo di casa non c’