INDIAN TRAIL 22: La casa.
C'è una casa sul poggio qui sopra e ci vado ogni tanto con le pecore perchè i praticelli intorno sono un buon pascolo e non è lontana e fra l'altro c'è anche una fonte d'acqua limpida e fresca. Il tetto è in lastre di pietra, sconnesse ma tuttora più o meno al loro posto; non ci sono più gli infissi ed è disabitata da una ventina d'anni, e circondata da rovi e cespugli se ne sta serenamente isolata sulla sua collina. Alcune finestre sono murate perchè un tempo era meno costoso murare che comperare nuovi infissi, e l'ultimo inquilino era un mezzadro per cui il proprietario si guardava bene dallo spendere per il suo benessere.
Vista da fuori la casa non è particolarmente bella: si tratta di una costruzione in pietra arenaria dalla struttura abbastanza semplice che si è ingrandita con aggiunte successive via via che la famiglia residente proliferava con matrimoni e nascite. Si possono indovinare le diverse età delle murature seguendo le linee delle cantonate e i rialzi della pendenza del tetto. Non sono un esperto, ma ho abbastanza occhio da vedere che la struttura è solida e che non ci sono cedimenti nelle fondamenta, che sarebbero traditi da crepe e fessure, e posso apprezzare la verticalità delle pietre scalpellate delle cantonate.
, La porta d'ingresso è spalancata e vi si arriva salendo sei o sette gradini in pietra serena, per poi entrare in una grande stanza con tre finestre da un lato, un grande camino a sinistra ed una porticina in fondo. In mezzo al pavimento sconnesso c'è un largo buco da cui si vede la stalla sottostante, lo aggiro e scendo due gradini per entrare nella stanzetta al di là della porticina. C'è una finestrella azzurra che si affaccia sulla vallata e a guardar fuori sembra di volare. Le colline sono lontane eppure vicine, i loro versanti confluiscono magicamente con linee eleganti ed i crinali sembrano il profilo di una donna dormiente. Mi sento sospeso nel vuoto e davanti a me si stende una fuga di piani alberati che si intersecano in prospettiva fino all'orizzonte. Rimango incantato per qualche attimo come se il quadro che ho davanti avesse evocato un sospeso sovrattempo.
Al piano di sopra ci sono otto stanze, fra grandi e piccole, e di sotto ce ne sono altrettante fra stalle e stallette. Il tutto è in uno stato di notevole abbandono con intonaci cadenti o caduti, pavimenti sconnessi e dal tetto entrano raggi di luce ed all'occorrenza pioggia a catinelle. C'è una sola stanza dove non piove, quella con la finestra azzurra che come per miracolo sembra quasi abitabile.
Entrano in gioco varie considerazioni: la casa ha una posizione ed una vista invidiabili ed è meravigliosamente isolata, proprio come piace a me. E' vicina al territorio di proprietà della comune e quindi può fornire un buon pascolo per le pecore, oltre ad una capace stalla per ospitarle: va detto che siamo tutti coltivatori diretti e che dunque nessun vicino sarà mai così grullo da affittarci i propri terreni da pascolo ben sapendo che sarebbe quasi impossibile riaverli indietro. Nella casa poi c'è spazio sufficiente per accogliere eventuali nuovi arrivi e nell'insieme sembra che tutti si avvantaggerebbero dell'acquisto. Tuttavia è molto grande e se davvero dovesse essere la candidata all'acquisto forse è opportuno trovare dei soci per non essere completamente solo nell'avventura.
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