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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

INDIAN TRAIL 35/a: Addio al paradiso.

  INDIAN TRAIL 35/a: Addio al paradiso. Come già detto, l'India è dieci volte più grande dell'Italia, tre milioni di chilometri quadrati - l'Italia ne ha circa trecentomila - e quindi ci vuole un po' di tempo per girarla. Quanto a Goa, il territorio ha le dimensioni del Lazio, ma non gli assomiglia per niente pur avendo in comune un tratto interessante: la colonizzazione cristiana è avvenuta quasi contemporaneamente, nel passato remoto dei tempi apostolici. Molto tempo dopo, agli inizi del 1500, vi si insediarono i portoghesi che le diedero il nome e che se ne andarono solo nel 1961, dopo quattrocentocinquant'anni di dominio, a seguito di una burlesca presa di possesso da parte dell'esercito indiano che entrò con una decina di armati in parata e andò a sostituire l'esausto colonizzatore. I portoghesi, abbronzati e rilassati dopo quattro secoli di spiaggia e mare, salparono lasciandosi alle spalle un piccolo paradiso di minuscoli villaggi fra i palmeti e

INDIAN TRAIL 34/a: Goa

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  INDIAN TRAIL 34/a: Goa. Se esiste un paradiso su questa terra, un luogo benedetto da una quieta bellezza dove nessuno ti disturba e dove il silenzio è incorniciato dalla brezza fra le foglie e dal mormorio del mare, è Goa. Cammino sulla spiaggia per un'oretta, voglio allontanarmi dai luoghi delle spiagge più note, Anjuna e Calangute, dove troppi turisti si sono insediati negli ultimi anni. Vado un po' a sud, verso l'immensa spiaggia di Colva, dove non c'è nessuno. L’oceano, la sabbia, le palme. Vedo un sentierino che si addentra fra le palme da cocco. Il villaggetto è minuscolo, una decina di case-capanne immerse in un bosco di palme lunghe lunghe su cui si arrampica destramente un tipo magrissimo, approfittando di piccole intaccature sul tronco. Ogni tanto si ferma per chiacchierare con qualcuno che passa sulla stradina in basso, poi riprende a salire con leggerezza felina. Dal fianco gli pende una grossa zucca legata con fibre di cocco. Arrivato i

INDIAN TRAIL 33/a: Dal Golfo del Bengala all'Oceano Indiano.

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  INDIAN TRAIL 33/a: Dal Golfo del Bengala all'Oceano Indiano. Puri è una cittadina, o meglio un paesello, sulla costa orientale dell'India, quella che si affaccia sul Golfo del Bengala. L'oceano è calmo e infinito, la spiaggia dolce e deserta, la casa dove abito è proprio sulla spiaggia, grande e vuota, priva di infissi e aperta ai quattro venti. C'è una mucca che entra ed esce a suo piacere: devo stare attento ad appendere tutto in alto, perché ruminerebbe qualsiasi cosa, sandali compresi. Per deserta che sia, la spiaggia viene battuta da venditori di dipinti, che si affollano intorno a me in quanto unico umano bianco presente e beatamente ignudo e indifeso. Respingo ripetuti assalti, mi viene da tirargli la sabbia negli occhi; poi mi ricordo che ci sono quei cinquanta dollari da investire e comincio a osservare i lavori. Lo stile dell'arte locale è tipico: le opere sono dipinte su una robusta canapa intrisa di qualche resina che la rende arrotolabile senz

INDIAN TRAIL 32/a: Verso l'Orissa.

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  INDIAN TRAIL 32/a: Verso l'Orissa. Biglietto di seconda, dritto fino a Calcutta. Ci sono circa seicento chilometri, una passeggiata se non fosse per il treno strapieno di viaggiatori. Molti indiani viaggiano portandosi appresso un grosso rotolo che mi pare sia un materasso, oltre a borse e sporte e colossali valige che cercano in tutti i modi di caricare sui vagoni stipati di gente. Pacchi e malloppi vari passano a forza dai finestrini, e c'è un sacco di gente sul tetto del convoglio, tutti seduti tranquilli a chiacchierare o pronti ad aiutare altri assaltatori ad arrampicarsi in quell'ambita postazione. È indispensabile visitare un bagno prima di partire, perché i gabinetti sono costantemente abitati da due o tre viaggiatori. Svariati passeggeri se ne stanno appesi all'esterno dei vagoni, aggrappati ai finestrini. È l’alba, il treno sbuffa, fischia e si muove lasciando faticosamente la stazione di Benares e sferragliando verso est, con il suo incredibile carico

INDIAN TRAI 31/a: L'albero dell'Illuminazione.

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  INDIAN TRAI 31/a: L'albero dell'Illuminazione. Il treno si ferma duecentocinquanta chilometri più a est nella cittadina di Gaya che è a sud di Patna e appena un po' più a nord di Bodghaya. Gaya è una cittadina deliziosa, tranquilla, pulitissima e ordinata. In realtà ha quasi mezzo milione di abitanti, ma sembra di essere in un villaggio. Cammino in mezzo a una strada centrale e quasi priva di traffico e sgranocchio una carota ammirando la pulizia dei dintorni: sto andando alla fermata della corriera che mi porterà, spero, alla mia meta. Un negoziante con dothi a mezza gamba e camiciola esce lesto da una bottega e mi si avvicina, in mano ha un bastone: ma non ha l'aria aggressiva, sembra anzi amichevole. "Sir? " "Yes? " "Hai bisogno di questo bastone. È fatto apposta per te. È il tuo bastone ". Lo prendo in mano, lo soppeso. È bambù, molto denso e solido. Ne vedo altri esposti fuori dalla bottega, molto più lunghi. Questo è normal