INDIAN TRAIL 72: Il Nome di Medicina.
INDIAN TRAIL 72: Il Nome di Medicina.
E’ giunto il momento di andare da Wolf e chiedere che mi venga rivelata la mia Medicina. Si tratta di uno dei passaggi più delicati e importanti nella vita di un apprendista. Un tempo le/i seekers facevano viaggi a volte lunghissimi, portando cavalli e coperte e altri doni da offrire all’insegnante che li avrebbe illuminati. Molti erano pronti a dare tutto ciò che possedevano, conoscendo l’importanza dell’informazione. La pratica del donare aveva un nome: Give-Away. Ci si spogliava di ciò che aveva significato, che era amato e importante. Non certo del superfluo. Era un dono per lo Spirito. E persone in grado di vedere la Medicina erano rare e distanti fra loro e andavano raggiunte con ogni mezzo. Ogni donazione veniva poi ridistribuita alla tribù.
La Filosofia spirituale nativa insegna che nel breve periodo di transito fra la fanciullezza e la pubertà ciascuno di noi viene adottato da una famiglia di esseri, in genere animali, e fra essi da una varietà molto specifica. Questa è la nostra Medicina e grazie alla conoscenza che deriva dalla rivelazione possiamo progredire nel nostro sentiero, perché ci si schiude una vasta materia di studio che può gettare una luce su molti nostri comportamenti, idiosincrasie, abitudini, paure, abilità, talenti e predilezioni… Ogni essere ha un proprio modo di vivere nel mondo, di affrontarne gli eventi: un proprio stile inimitabile le cui origini spesso rimangono inesplorate.
Semplificando molto un argomento piuttosto complesso, provo a fare un esempio: un’aquila ha un’ampia visione generale del mondo che sorvola ma non ha la percezione o l’interesse nei particolari che avrebbe un topo: il topo a sua volta conosce benissimo i dettagli del suo territorio, me non ha un’idea generale della sua geografia. Il lupo è un conoscitore dei sentieri nascosti: se la mia Medicina fosse quella del lupo, sarei guidato da un istinto naturale nella scelta dei percorsi che conducono alle mie mete, tenderei a stare in un gruppo e ad accettare la gerarchia del potere. E così via, approfondendo e studiando le caratteristiche e traducendole in forma umana. Un puma può uccidere uno o più cani con poche zampate, eppure a volte si ritrova intrappolato in cima a un albero, impaurito dall’abbaiare furioso dei cani da caccia.
Ecco dunque che l’insegnante deve conoscere una vasta gamma di animali, deve averli studiati ed essere in grado di individuare nell’apprendista i riflessi e le influenze nel comportamento generale, e in parte anche in alcuni aspetti fisici.
Tutta la tribù è riunita attorno ai tavoli di Tree Frog, in attesa dell’avvio della cerimonia in cui mi verrà svelato il mio animale di Medicina. Tutti ridono e scherzano, e come d’uso si fanno mille battute e congetture: è una specie di sfida che Wolf lancia all’inizio, e ognuno può dichiarare la propria idea. Sequoia è un Heyokah, un contrary, e parla per primo guardandomi da sotto in su, come se volesse scoprire qualche dettaglio rivelatore. “Be’, per cominciare lui porta gli occhiali. Non conosco animali con gli occhiali. Ma se se li toglie è evidente quello che è: un lombrico!” Risate. “A me - è Thunder che ci prova, tutta seria. - A me pare che la curva della fronte ricordi un uccello. Non vedo altro.” Gli ufficiali non si esprimono: solo Wolf ha la capacità di vedere la Medicina delle persone, e loro preferiscono non esporsi. “Si tratta di un sea cucumber, un cetriolo di mare. E’ l’espressione del viso che lo tradisce. Gli occhiali confondono un po’ le idee, ma sì: sea cucumber!”. E’ Rainbow che ha lanciato l’idea, che spero sia scherzosa visto che il cocomero di mare è una specie di strano essere che somiglia moltissimo ad un escremento e striscia sul fondo negli oceani. Seguono vari altri suggerimenti, bradipo, orsetto lavatore… Sta girando un grosso libro su cui ognuno può vedere un’immagine degli animali citati, e alla fine Wolf dice:
“Bene, nessuno ha capito niente. Vi darò qualche dritta: è un uccello, ben detto Thunder.” Gulp, un uccello, dunque: non una tigre, un giaguaro, qualcosa di veramente eroico. Tutti vorrebbero avere come Medicina un animale possente, dimenticandosi che ogni essere è dotato di poteri e debolezze. Speriamo bene.
“Non è certo un’aquila!” “Per me è una gallina: hai sentito come canta?” “Pappagallo, guarda quel ciuffo…Ma no, ha il naso troppo piccolo” E così via. Io sono sulle spine, questi si divertono e qui si sta decidendo il mio destino. Ridacchio anch’io, ma sono in fremente attesa. Sarà Wolf ad avere l’ultima parola, naturalmente.
“È un uccello, ed è un predatore. Un rapace.” Mi sento meglio: nella mia superficialità un rapace mi sembra più desiderabile di un pollo.
“Falco!” “Falco pellegrino!” “Poiana!” Tirano a indovinare, Wolf dice: “È un rapace notturno.” “OWL!” “Sì, è una civetta: una civetta striata. A guardarlo è carino, vero? Be’, ricordatevi che è un killer.”
Il librone viene fatto circolare e appena vedo l’immagine della mia Medicina mi riconosco. Sono contentissimo: ho sempre avuto un debole per gufi e civette, e poi questa mi somiglia davvero!
“Adesso bisogna trovare il nome.” Qui tutti si impegnano più seriamente, ma alla fine emerge la parola “Night”. Wolf dice: “C’è una caratteristica che questa civetta ha: è un difensore, uno che protegge il suo nido e la sua gente fino alla morte, uno scudo.” Ed è così che emerge il mio Nome di Medicina, Night Shield. Night, Notte. Shield, Scudo. D’ora in poi qui mi chiameranno Shield.
Più tardi Dancer mi porta a fare una passeggiata nel bosco e mi dice: “È tuo compito studiare la tua Medicina e scoprirne qualità e debolezze. Ogni essere ne ha. Ti faccio un esempio: hai mai notato con che facilità le civette possono girare la testa di centottanta gradi?”
“Sì, certo.” “Bene: anche tu sei capace di distrarti completamente da qualcosa, un argomento, un pensiero, persino un’abitudine, da un momento all’altro, e cancellarlo. Sta a te scegliere quando farlo e quando invece controllarti e rimanere focalizzato.” Ha ragione, sono in grado di cambiare attenzione all’improvviso quando non mi sembra utile soffermarmi su un treno di pensieri… Dancer riprende: “Il tuo istinto è di proteggere le persone. Come civetta, riesci a vedere al buio, intuisci le parti oscure di chi ti sta davanti. È tua responsabilità scegliere quali parti proteggere. Noi non riteniamo che tutti meritino tutto. Noi lavoriamo con l’individuo: indichiamo una strada che accresca il suo potere personale, così che la consapevolezza e la conoscenza possano crescere. Per fare questo occorre togliere degli ostacoli dal cammino: credenze, opinioni, pregiudizi, fanatismi, ignoranza. Come imparerai più avanti, ci sono varie parti interne in ognuno di noi, e in realtà sono persone, con tutte le complessità di una persona. Ciascuna ha le sue priorità, predilezioni, paure, abitudini. Tu devi capire quali parti vuoi proteggere, sia nelle persone che in te stesso. Adesso rimani un po’ qui a pensare a quello che ti ho detto, e poi va da Wolf a fare rapporto.”
Dancer se ne va e io rimango seduto sotto una grande madrona, a pensare al mio nuovo nome, alle informazioni ricevute e a tentare di addentrarmi nei nuovi sentieri.
Commenti
Posta un commento