INDIAN TRAIL 48. Capodanno fra le stelle.v

 INDIAN TRAIL 48. Capodanno fra le stelle.

Capodanno fra le stelle
Per la produzione del secondo disco mi viene affiancato un certo Antonello, già famoso e perciò indaffaratissimo con concerti ed apparizioni in televisione: costui è notoriamente un tergiversatore ma non può dire di no al direttore generale, perciò accetta l’incarico ma si guarda bene dall’impegnarsi. Ennio è una vecchia volpe, capisce l’antifona e mi affianca al suo posto Piero Pintucci, l’arrangiatore di Renato Zero e una vera leggenda nell’ambiente discografico. Anche Piero è indaffaratissimo, ma è un grande professionista e coglie subito l’aspetto funky particolare di “Aurelia Sport” e si appropria degli inserti di kazoo che io ho registrato nell’originale, oltre che degli accordi sul pianoforte. Per gli assoli di “Gennaio rivisitato” che io ho registrato con il kazoo chiama un sassofonista di studio, devo dire molto bravo. Piero conosce tutti i migliori musicisti free-lancer che orbitano intorno agli studi e raggruppa una squadra davvero eccellente. Ho solo qualche problema caratteriale con il pianista, giovanissimo e presuntuosissimo oltre che strumentista eccezionale. E’ uno di quei musicisti di studio che fingono di non capire il rustico linguaggio di noi autodidatti, e che si risentono del fatto che pur essendo strumentisti infinitamente migliori degli autori si trovano a collaborare a dischi altrui. Lo capisco, lui vorrebbe ogni nota scritta su pentagramma mentre io improvviso quasi sempre e per di più do istruzioni del tipo “Ecco, qui dovresti essere un po’ più morbido… E qui ci vuole del colore, sopra la chitarra”. Siccome in un’opera artistica ogni minima sfumatura, ogni dettaglio emotivo contribuisce al risultato finale, e l’armonia in sala di registrazione è essenziale e Piero lo sa bene, il pianista viene defenestrato e sostituito. Gli arrangiamenti sono molto più complessi rispetto al primo LP e il disco esce come 45 giri, a causa del rallentamento iniziale dovuto ai tentennamenti della star che in partenza avrebbe dovuto produrmi.
Questa volta non ci sono anticipi sulle royalties perché i diritti d’autore del primo disco sono troppo modesti: però mi viene concesso un conto aperto presso uno dei migliori negozi musicali di Roma, dove mi sbizzarrisco in uno shopping milionario. Registratore Revox professionale, mixer a otto tracce, microfoni, amplificatore… Mi pare di essere nel paese dei balocchi e nel viaggio di ritorno a casa gli scatoloni stipati nella R4 valgono almeno il doppio della macchina che li trasporta.
Ritorna quassù Enrico Alba, fotografo inviato dalla Rca per le foto di copertina. Se sulla foto di copertina del primo disco sono rimaste immortalate le ragnatele e il bicchiere di vino, su questa rimane immortalato il sacchetto degli attrezzi della motosega.
La Rca mi organizza un vasto giro di promozione che prevede visite a molte radio private del nord Italia: vado da Aosta a Trieste e da Bolzano a Bologna e in una ventina di città rilascio un’intervista e consegno una copia del disco. Ho un budget che per i miei standard è esagerato e la mia ultima domanda dopo le interviste è quasi sempre: “Bene, grazie, mi raccomando di mandarlo in onda… E, senti, qual’è il miglior ristorante della zona?” posso permettermi ottimi alberghi e ottimi ristoranti ed è così che scopro la Clinica Gastronomica di Arnaldo vicino a Reggio, o i Due Giganti a Trento…
Melis ha deciso che devo prendere parte a uno show televisivo di fine anno ad Asiago, con Dalla e DeGregori, già famosi, e qualche altro ancora in pista di lancio come ad esempio Ron. In sede Rca a Roma, essendo io del tutto ignaro delle procedure, chiedo a qualcuno ben più esperto di me in materia: “Ascolta, devo andare lì ad Asiago… Cosa mi consigli?” “Senti,” mi fa, e si sofferma: “Ma quella lì è la tua macchina?” La R4, rossa e polverosa, sembra una Cenerentola prima dell’incontro col principe. “Certo! Sta con me da dieci anni e non mi ha mai tradito…” Quello che per me è un gran titolo di merito non sembra commuovere l’amico. “Con le ultime centomila affittati una mercedes e presentati in albergo come se fossi una star. Così devi fare.”
Arrivo davanti all’albergo di Asiago con la mia onorata Cenerentola, smonto ed entro. C’è Lucio su una poltrona, gambe sul tavolino, whisky in mano e qualche altro personaggio di contorno. Questa sera c’è lo spettacolo: sposto la macchina e salgo a prepararmi. Bel teatro, molta gente, TV, luci, sorrisi… Tutto funziona, tutto scorre senza intoppi e poi si conclude con brindisi e gran soddisfazione di tutti. Felici e contenti andiamo in albergo a cenare. L’indomani scopro che il freno a mano della R4 si è congelato e la macchina rifiuta di muoversi. Per fortuna nei paraggi ci sono svariate stars e fra tutti riusciamo a smuovere la vetusta autovettura.
In seguito in paese a Castiglion Fiorentino scopro di essere famoso, sia pure agli occhi di un’unica persona: è il dottor Veneziani, l’amichevole proprietario della farmacia in centro che mi ha riconosciuto sulla scena e si congratula caldamente.
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