INDIAN TRAIL 35: L'abbraccio di Euterpe.
INDIAN TRAIL 35: L'abbraccio di Euterpe.
I cancelli della Rca sulla Tiburtina alle porte di Roma sono chiusi e tali rimangono finchè dopo aver sospettosamente occhieggiato la mia umile R4 il guardiano dal suo gabbiotto intravvede Francesco sul sedile accanto al mio. Non si capacita di quella nobile presenza seduta in una macchina così plebea e contaminata da numerosi ciuffi di paglia che traspaiono dai sedili posteriori, che ho riaperti per l'occasione cittadina. La mia macchina è abituata a trasportare sacchi di mangime, ballini di cemento, presse di paglia e ogni tanto qualche agnello o capretto: è una macchina da battaglia, non una limousine. E' vero che là dietro adesso c'è una chitarra Martin da collezione, uno strumento da molte migliaia di dollari, ma il concièrge vede solo la custodia polverosa ed i ciuffi di paglia. Potrebbe esserci uno Stradivarius e per lui non farebbe differenza: non sarà lo strumento ma la macchina a sfigurare fra le Volvo, le Porsche, le Ferrari e la Lamborghini azzurra che riposa nel parcheggio e accanto alla quale io piazzo l'onesta R4 dopo che, sia pur riluttante, il cancello si apre per darmi il passo.
Le case discografiche vivono e si arricchiscono grazie ai successi dei loro artisti. Il mercato del disco è configurato in maniera tale che prima o dopo ogni casa discografica riesce a produrre un successo, a volte più di uno, e quel successo garantisce la sopravvivenza dell'azienda ed i lauti guadagni della dirigenza. Quindi insieme ad una forma di competizione fra discografici esiste anche una sorta di accordo sotterraneo per cui attraverso concorsi, manifestazioni, hit parades, festivals eccetera ogni casa produce i propri successi e tutti campano felici. Ma la materia prima rimangono gli artisti.
Il successo sembra essere una chiave che apre tutte le porte. Ad una semplice richiesta di Francesco ci viene garantito l'uso dello Studio E, che è il pù piccolo di tutta la struttura ma è pur sempre dotato di tutte le sofisticate apparecchiature necessarie a fare delle registrazioni professionali. Gli altri studi sono enormi, soprattutto lo studio A che può ospitare le grandi orchestre di ottanta o novanta elementi, come quella della Rai. A me però lo studio E è più che sufficiente considerato che deve contenere me e la mia chitarra.
Siamo in calendario fra un mese, per quattro settimane. Il fonico sarà Ubaldo Consoli, lo stesso di Francesco, e anche i musicisti quando necessari saranno quelli che di solito suonano con lui: Visentin al pianoforte, Scotti al basso. Niente batteria visto che se servono le percussioni ci penseremo noi.
"Ciao Scudo, ci vediamo fra un mese. Vieni a stare a casa mia così hai un posto tranquillo dove rifugiarti e se avessi bisogno di me in sala potremmo muoverci insieme. In bocca al lupo, stammi bene e salutami le capre."
"Grazie Francesco, vedrò di fare un buon lavoro. Grazie. A presto."
Abbracci, stretta di mano, e la R4 affronta l'autostrada che mi riporta a casa fra le colline, silenziose e amorevoli dopo il caos cittadino.
Ci metto un po' di tempo a realizzare che un sogno antico e mai abbandonato sta per avverarsi.
Ho circa un mese di tempo per preparare il materiale per il disco. Mi alzo presto e mi occupo delle questioni quotidiane, poi rivedo il materiale musicale, ritocco qualche verso, affino qualche passaggio armonico. Le canzoni vanno riprovate e ricantate perchè per quanto io sia essenzialmente un improvvisatore, quando si registra sul serio non si possono fare errori e le possibilità di sbagliare sono moltissime: il tocco sullo strumento deve essere leggero, deciso e pulito; non ci si puo' agitare sullo sgabello nè battere il tempo col piede. Bisogna tenere un tempo preciso dall'inizio alla fine sia pure senza metronomo e senza una base ritmica, perchè in seguito potrebbero intervenire altri strumenti che avranno bisogno di un tappeto ritmico affidabile. Di solito si registrano basso e batteria per primi, ma io non intendo usare una batteria perciò starà a me mantenere il tempo. La distanza dai microfoni è essenziale e va mantenuta costante... Suonerò e canterò contemporaneamente, e la voce dovrà rimanere spontanea ma pur sempre ben controllata sia nell'intonazione che nell'emissione. Occorrerà fare attenzione alle P e alle T che tendono ad esplodere... Insomma, è una faccenda delicata ed è una fortuna che abbia un po' di tempo per organizzarmi ed esercitarmi.

Commenti
Posta un commento