INDIAN TRAIL 29. Giorno di mercato
.INDIAN TRAIL 29: Giorno di mercato
Ogni venerdì in paese c'è il mercato settimanale. E' un'occasione attesa e graditissima per vari motivi: si incontra gente, si compera ciò di cui si ha bisogno, e soprattutto si va dal Roggi che insieme alla moglie gestisce una bettola cui si accede scendendo un paio di gradini per entrare in una stanzona con un grande tavolo al centro ed un po' di fuocherelli in fondo dove sobbollono squisiti intingoli. Ci sono sempre fagioli bianchi con cotiche, una meravigliosa trippa al sugo rosso e pane casereccio a fettone. Il vino è rosso, abbondante e buono. Intorno al tavolo ci stanno tranquillamente una quindicina di persone, a coppie o gruppetti a chiacchierare e far affari fin dalle otto di mattina. Vi si incontrano tutti ed è lì che si va a cercare chiunque si voglia incontrare per comperare un paio di lattoni, cioè giovani maiali, o per vendere un bosco, o per fare qualsiasi affare. Ma la vera attrazione è la trippa.
Ci sono spesso alcuni personaggi tradizionali, mi viene in mente uno detto il Serpente che fa l'ombrellaio nella piazza lì accanto, e altri con cui vengono scambiate rime e lanciati versi da una parte all'altra del tavolone in una specie di gara poetica, proprio come si è usato per secoli nella bella Toscana. Io sono un umile triestino, da noi certe usanze sono sconosciute e sono affascinato dalla naturalezza e spontaneità con cui tutto ciò avviene, fra fiaschi di rosso, fette di pane a bruschetta e cospicui piatti di trippa e fagioli.
Mi capita a volte di riaccompagnare Gino fino a casa sua, che è abbastanza vicino alla mia adesso che la strada per così dire provinciale è stata aperta. Siamo riusciti a convincere l'onnipotente sindaco del paese a consentire le spese necessarie all'apertura di uno strappo di strada che connetta il Borgo alla provinciale. La provinciale stessa è sterrata, cioè non asfaltata, fino alla valle, circa dieci chilometri di curve e ponti, ma esiste. Hanno appena finito di far esplodere le mine per aprire un varco in una collinetta proprio laggiù, sotto casa, e adesso la strada per quanto sterrata è finalmente aperta dall'Umbria alla Toscana.
Gino è vecchissimo, un vero decano della valle del Nestore. Se ne va spesso a piedi fino al paese il Venerdì mattina per il mercato, o almeno parte a piedi da Fiume e poi qualcuno lo raccoglie per la via e gli da un passaggio. Rappresenta la memoria storica della zona e io adoro ascoltarlo mentre mi ragguaglia sul suo passato, che è la storia della valle in cui vivo.
"Ha!" mi fa seduto nella R4 mentre guido piano piano per far durare il momento. "Ci mandavano, il mi fratello e io, su a fare i ranchi proprio sopra dove sta lei..." I ranchi erano cime di colline, non certo campi da semina, che venivano però tenuti ripuliti da ginestre e scope, arati e seminati per ripigliare quattro o cinque volte il seme, di solito grano: pochissimo, ma tutto era essenziale nell'economia dell'epoca. "Bah, partivamo io e il mi fratello più piccolo, quello che è morto, io con la coltra sul groppone e lui con le vacche, e con quattro bigie secche a testa." "Cosa sono le bigie secche, Gino?" "Ma son le castagne, no?"
Quattro bigie secche a testa erano il pranzo per i due ragazzotti che avrebbero arato con le vacche le cime delle colline...
Gino è uno furbo. Quando, come tutt'ora succede sia pure con altri mezzi, da tutte queste case e casolari gli uomini partivano il Venerdì all'alba con i loro muli carichi di legna per raggiungere il mercato prestissimo la mattina, ed erano tre ore di viaggio con breve sosta per rinfrancarsi all'Osteria sotto la Rocca della Montanina, il vero problema era che una volta giunti sulla piazza del mercato bisognava vendere per forza la legna. Non si poteva certo riportarsela indietro: quindi il prezzo lo faceva il compratore. Ma l'astuto Gino si affittò un magazzino, e quando non otteneva il prezzo richiesto lasciava la legna in deposito, salvo accumularne dell'altra il Venerdì prossimo. Ai grossisti piaceva poter arrivare e comperare parecchia legna tutta insieme, e Gino faceva affari.
"Eccoci arrivati, Gino. Grazie della storia." Il villaggetto è vicino alla strada, Gino ringrazia e si avvìa pian piano verso casa.
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