Sera


Sera

Avevamo un gran desiderio di avere un gatto, in particolare un gatto bianco e nero, ma considerato che si trattava di esseri magici ci sembrava corretto aspettare che se ne manifestasse uno per l’appunto in modo magico. Infatti, dopo qualche tempo, una bella sera di maggio eccoti arrivare una gatta tricolore bianca nera ed arancione con un faccino bello tondo e dall’aria decisamente selvatica. Quando una casa sta su una collina remota e ben lontana da altre abitazioni, come succede alla nostra, non è dato di sapere da dove arrivi una gatta esploratrice cha all’improvviso compare dal nulla. Ci sembrava però un modo di manifestarsi sufficientemente magico, e perciò decidemmo di adottarla –o meglio, come si sa, di farci adottare da lei. Veniva sempre di sera, mangiava dalla ciotolina per lei preparata e stava un po’ nei dintorni, senza alcun tentativo da parte nostra di accarezzarla o di intrudere nella sua sfera. Poi se ne andava, per tornare la sera dopo: così la chiamammo Sera. Cominciò ad entrare in casa, e le costruimmo una porticina perché potesse andare e venire come le pareva. Appostati fra i cespugli davanti casa tenemmo d’occhio la gattaiola sperando che non fosse troppo sofisticata per Sera: ma la gatta contadina dal cervello fino ne apprese subito il funzionamento, e da allora ebbe le chiavi di casa. Nel reciproco rispetto la relazione si sviluppava verso un’intesa tacita in cui ognuno riconosceva il piacere della presenza dell’altro/a. Sempre rustica e selvaticuzza, ma mica scema,  con piglio deciso e sicuro Sera un bel dì decise che il divano in libreria era abbastanza comodo ed elegante e con sublime indifferenza se ne appropriò proprio quando cominciavamo a notare che il suo giro-vita stava crescendo. Gattini in arrivo. Lenzuola pulite per il grande evento, ma dove sistemarle? Una gatta come Sera, pensavamo, cercherà il rifugio più nascosto ed irraggiungibile per scodellare i figliolini; troverà qualche buco insospettabile,  un anfratto celato e tortuoso…Macchè! Dopo una lunga e depistante ispezione dei fondi degli armadi ed altri angolini privati, Sera decise che il divano andava benissimo. Ci si piazzò a panza all’aria, ben comoda sul lenzuolino da puerpera, e noi timidissimi a sederci perterra per non disturnarla perché il divano si muove quando ci si siede…Un giorno Puma stava seduta lì vicino, il parto ormai prossimo, quando Sera allungò il collo e con un lievissimo tocco diede un morsetto alla sua mano trascinandosela sulla pancia.  Da quel momento non volle più esser lasciata sola, qualcuno doveva stare seduto accanto a lei e tenerle sempre una mano sulla pancia immensa. Partorì così sul divano e scodellò tre o quattro cucciolini di cui uno effettivamente bianco e nero. Fu la prima di una lunga serie di cucciolate, e tre dei discendenti stanno ancora con noi:  o meglio, noi stiamo con loro.

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