INDIAN TRAIL 42: Imparare la campagna
Imparare la campagna. Le fiere procedono, le stampe pure e le risorse affluiscono. Ma considero tutto questo lavorìo, per soddisfacente che sia, funzionale al mio vivere sulla cima della collina che mi ha accolto, protetto ed insegnato un sacco di cose, e della quale mi sento custode oltre che ospite. Sulla proprietà ci sono circa centocinquanta piante d’olivo sparse qua e là in un modo che sulle prime mi sembra casuale ma che a pensarci un po’ su comprendo essere in realtà piuttosto intelligente: un olivo vive centinaia d’anni e all’atto della piantagione bisogna preparargli una buca bella profonda, un po’ come alla vigna che è anche lei assai longeva. Questo significa scavare praticamente tutto il buco nella roccia, perché siamo in collina e mai e poi mai quassù un contadino sacrificherebbe uno dei suoi rari e preziosi campi da semina: i campi servono per il grano, per l’avena, l’orto, il granturco… E comunque a scavare abbastanza si troverebbe pietra anche sotto molti seminativi.