Indian Trail: 4, Londra
INDIAN TRAIL: 4, Londra. E’ notte fonda quando, ben sballottato dal treno che dall’aeroporto mi ha scarrozzato fino a Victoria Station, Londra, scendo e poso a terra chitarra e borsa, e mi guardo intorno: sono sotto un’altissima ottocentesca pensilina di ferro e vetro, qualche fioca luce si riflette senza impegno qua e là fra i binari. Il secco schiocco di un paio di colpi di fucile mi da il benvenuto, vedo che chi spara è un tizio con berretta che mira ai piccioni lassù fra la ferramenta che regge le pensiline, immagino con l’intenzione di farli arrosto. Il salone è popolato da una fauna insolita ed un po’ inquietante, barboni e drop-outs di vario genere, e mi affretto a trovare un posticino dove aspettare con pazienza che arrivi un’ora decente per telefonare all’unico contatto che possiedo in quell’immensa e sconosciuta città: nulla di sicuro, amici di amici. Una notevole serie di miracoli e fortunate coincidenze mi conduce fino alla loro porta, e visto che i tre amici di am